Le opere esposte alla Biennale non sono immediatamente comprensibili. La loro ragione d’essere è quella di indicare, esprimere o rappresentare una situazione, un’idea, un concetto; di qui, dunque, il nome di “arte concettuale”, applicabile a larga parte di questa esposizione e della produzione artistica degli ultimi decenni.
Già Aristotele, definendo l’arte come imitazione, mimesi della natura, le nega la prerogativa dell’indagine propriamente speculativa, col porla invece quale riproduzione, riadattamento del possibile – e, in quanto tale, universale – in una dimensione particolare; così, l’atteggiamento dell’artista verso il mondo non sarà tanto critico, nel senso etimologico del termine, quanto contemplativo.
E’ ancora utile Aristotele per capire l’arte di oggi o è fuorviante? Queste sono le impressioni degli alunni del Rinaldini in visita a Venezia alla BIENNALE ARTE 2017 “Viva arte viva”
Michele Mazzieri
Docente